Il Consiglio dei Ministri ha approvato in prima lettura, il 9 maggio 2025, il decreto legislativo che interviene sulla riforma dei tributi locali, con novità significative anche per quanto riguarda la dichiarazione dell’IMU.
L’obiettivo principale è la semplificazione degli adempimenti burocratici per i contribuenti, con un sistema più chiaro, digitalizzato e armonizzato su scala nazionale.
La riforma chiarisce un principio fondamentale: la dichiarazione IMU va presentata solo quando intervengono variazioni che il Comune non può conoscere autonomamente oppure quando si verificano modifiche rispetto alle dichiarazioni precedentemente trasmesse.
Ad esempio, sono soggette a dichiarazione:
- le riduzioni d’imposta (come nel caso di fabbricati storici o inagibili, terreni agricoli o terreni condotti da coltivatori diretti o imprenditori agricoli professionali);
- i casi di perdita di requisiti che davano diritto a riduzioni;
- tutte le situazioni che modificano l’ammontare dell’imposta dovuta e che non risultano dai dati in possesso dell’amministrazione locale.
Un altro cambiamento rilevante riguarda le modalità di invio: la dichiarazione IMU potrà essere presentata esclusivamente in via telematica, secondo le modalità definite da apposito decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze, d’intesa con la Conferenza Stato-Città e autonomie locali.
La scadenza resta fissata al 30 giugno dell’anno successivo a quello in cui si è verificata la variazione.
Pur nell’ambito della semplificazione, la riforma riconosce ai Comuni una certa autonomia: gli enti locali potranno continuare a richiedere dichiarazioni per l’applicazione di agevolazioni locali, purché in coerenza con i limiti normativi e con i rilievi operativi già evidenziati dal MEF nel documento “Rilievi IMU” del 2021.
La riforma si propone dunque di ridurre gli obblighi a carico dei contribuenti, evitando la richiesta di dichiarazioni superflue quando l’amministrazione è già in possesso delle informazioni necessarie.